Collezioni
Al piano terra, nella Galleria dei Busti si trovano sei busti in gesso di illustri scienziati, naturalisti e anatomisti, passati da Pisa tra il Cinquecento e l’Ottocento: Andrea Vesalio, Realdo Colombo, Lorenzo Bellini, Filippo Pacini, Bartolomeo Eustachio e Gaspare Aselli.
Al primo piano, troviamo la Galleria Mascagni, che ospita le preziose tavole anatomiche di Paolo Mascagni, mentre al secondo piano, nelle sale Regnoli e Duranti, si trovano le collezioni anatomiche e archeologiche.
Tavole del Mascagni
Paolo Mascagni (1755-1815), professore a Pisa nel 1801, era nato a Pomarance (Pisa) nel 1755. Ad appena 17 anni intraprese i suoi studi presso l’Università di Siena, conclusi nel 1778 con il conseguimento della laurea in “Filosofia e Medicina”.
Nel 1787 vide la luce la sua “Vasorum lymphaticorum corporis humani historia et ichnographia auctore Paulo Mascagni in Regio lyceo publico anatomes professore” corredato di 27 tavole e 14 controtavole di contorni.
In questa opera Mascagni descrisse perfettamente il sistema linfatico, ordinandolo e dividendolo in singoli sistemi; arrivò inoltre a delle scoperte tuttora valide, tra le quali la confluenza dei vasi linfatici nel dotto toracico e la diretta comunicazione dei vasi arteriosi con quelli venosi.
L’Opera di una vita
Da questa sua prima fatica, maturò l’idea di comporre una Anatomia dell’Uomo a grandezza naturale, dando inizio così ad un lavoro trentennale che lo avrebbe definitivamente consacrato.
Mascagni lavorò senza sosta alla sua monumentale opera, grandiosa per ispirazione e struttura: L’Anatomia Universa prevedeva un qualcosa mai affrontato prima, ovvero la raffigurazione del corpo umano a grandezza naturale.
Nelle sue tavole sono rappresentate sia la parte anteriore che quella posteriore del corpo umano, su più livelli, ovvero seguendo un criterio stratigrafico. Dal piano muscolare superficiale si va a quello intermedio per arrivare a quello profondo (Tab. I, Tab. II, Tab. III), con in più 15 tavole per i visceri e 40 disegni per le parti anatomiche non considerate nelle tavole precedenti.
Pur lavorandovi senza sosta, quando morì nel 1815 la sua opera era incompiuta: la pubblicazione dell’Anatomiae Universae Pauli Mascagnii Icones fu postuma e venne completata nel 1831.
Fu da subito chiaro come rappresentasse il massimo atlante anatomico, straordinario per ampiezza, impegno e realizzazione e i cui superbi risultati si possono ammirare lungo la Galleria della sezione di Anatomia Umana.
Collezione Medica
La Collezione Medica del Museo conta varie sezioni di preparati e reperti.
Di notevole interesse è la raccolta Osteologica, dallo scheletro intero fino alle singole ossa con alcuni reperti di particolare pregio.
Una ricca sezione è anche quella Sindesmologica, che annovera diversi preparati riguardanti le articolazioni fra le ossa e gli apparati ligamentosi.
Il reparto di Angiologia vanta un numero considerevole di preparati sul cuore e sui vasi sanguigni realizzati con la tecnica dell’imbalsamazione e dell’iniezione con gesso variamente colorato.
Oltre ai preparati originali il Museo di Anatomia Umana possiede molti modelli anatomici realizzati con vari materiali fra cui la cera ed il gesso (per i più vecchi) e materiali plastici (per i più recenti).
Fra i preparati Embriologici ci sono diversi modelli in cera che illustrano le fasi più significative dello sviluppo sia umano che animale. In particolare, è visibile un grande modello di embrione umano che può essere studiato nelle sue varie sezioni grazie ad un sistema di leve che lo scompongono.
Una rara collezione di scheletri fetali completa la parte embriologica.
Collezioni Archeologiche
Il Museo di Anatomia Umana possiede dei preziosi reperti archeologici provenienti dal Sud America. Questa importante collezione precolombiana, pervenuta al Museo tra il 1860 ed il 1870, fu raccolta in Perù grazie agli scavi effettuati da Carlo Regnoli (1838-1873), medico e studioso dell’Università di Pisa. Regnoli si distinse su vari fronti: come medico partecipò alla Terza Guerra d’Indipendenza dove curò i militari feriti e, appassionato di archeologia, compì ricerche sia in Egitto che in Sudamerica. In particolare, nel 1869 effettuò una importante spedizione in Perù da dove riportò i vasi precolombiani, resti botanici, alcuni esemplari di mummie ed i Corredi Funerari.
Nel 1894, inoltre, la baronessa Elisa de Boilleau donò all’allora Museo Civico tre casse contenenti altro materiale precolombiano, che finì per confluire nel già esistente Fondo Regnoli.
Oltre ai reperti precolombiani, il Museo conserva due mummie egizie, di cui una con il sarcofago originale, splendidamente dipinto e in ottimo stato di conservazione. La sua origine è presumibilmente riconducibile alla spedizione franco-toscana in Egitto e Nubia del 1828-29 di Ippolito Rosellini, al seguito di Jean-François Champollion.
I Vasi
La collezione precolombiana donata da Carlo Regnoli conta 121 vasi delle culture preincaiche Chimù e Chancay, risalenti ad un periodo compreso fra il XII ed il XVI secolo; contengono raffigurazioni antropomorfe, zoomorfe o fitomorfe. Alla stessa raccolta precolombiana appartengono anche resti botanici e vegetali, le mummie e i corredi funerari (utensili, ciotole, stoffe, ecc.).
Corredi funerari
Le casse contenenti i Corredi Funerari (utensili, ciotole, stoffe, ecc.) fanno parte dei reperti raccolti in Sudamerica da Carlo Regnoli (1838-1873).
L’intera collezione fu donata al Museo di Anatomia “F. Civinini” di Pisa, dove tuttora risiede.